Quest’ oggi andiamo ad analizzare le dinamiche dei vari super team che hanno messo piede sulla scena competitiva di League of Legends, mettendo a fuoco le loro caratteristiche e i motivi per cui hanno funzionato o meno.
In copertina potete ammirare i loghi dei due esempi più evidenti di successo e di fallimento di un super team: da una parte gli Elements, composti da Wickd, Shook, Froggen, Rekkles e Nyph, dall’ altra gli SKT attuali o praticamente qualsiasi roster degli SKT. Di esempi però se ne possono fare molti, soprattutto nei casi di fallimenti: gli Immortals, i TSM di YellowStar, gli H2K di questo spring split, i Fnatic di Spirit e Gamsu, gli EDG di Deft e Clearlove, gli LGD di GodV e Imp etc etc…
Ma perchè così tanti super team non hanno trovato successo?
La risposta è tanto banale quanto complicata: League of Legends è un gioco di squadra, ciò nonostante le abilità individuali dei player sono estremamente importanti, il punto è che per renderle rilevanti c’ è bisogno di una grande coesione e, all’ evenienza, di un grande spirito di sacrificio. Il paragone con gli sport tradizionali risulta fin troppo semplice, dove sarebbe arrivata l’ Inter del 2010 se Eto’o non si fosse sacrificato a fare il terzino? E la Juventus di adesso, senza Mandzukic che si adatta al ruolo di ala con tanto di costante ripiegamento in fase difensiva? Avrebbe Wiggins vinto il Tour de France 2012 senza uno straordinario Froome a fargli da gregario? Ce l’ avrebbe fatta Nibali a conquistare la maglia rosa lo scorso anno, se Scarponi non si fosse fermato ad aspettarlo quando era lanciato verso una probabile vittoria di tappa? Per chi non segue gli sport tradizionali la questione è semplice, per quanto grande sia il talento di un giocatore di squadra, egli dovrà sempre, quando necessario, venire incontro ai propri compagni, sacrificare la gloria personale e mettersi a completa disposizione della squadra, se vuole ottenere qualsivoglia risultato.
Tutto ciò non è sempre scontato: anche quando c’ è la giusta intenzione, non è detto che nel concreto quel player riesca a mettere in pratica tale mentalità. Un giocatore di League of Legends per esempio può tentare di giocare ricevendo meno risorse dal proprio team, non è detto però che egli sia in grado di adattare il proprio stile di gioco ad una situazione diversa dal solito. Nello specifico se un player abituato a ricevere molti gank e a prendere la maggior parte dei cs su una side lane, prova a giocare senza queste due “facilitazioni”, non cambiando però il proprio stile di gioco, quasi sicuramente la partita non avrà un lieto fine, nonostante l’ impegno del player di fare a meno di alcune importanti risorse. Allo stesso modo un player abituato a sostenersi con il minimo indispensabile, non potrà giocare nel solito mondo se il suo team avrà bisogno di un carry e quindi metterà a sua disposizione maggiori risorse.
Per queste ragioni, a mio parere, il vero fuoriclasse non è un player dalle meccaniche incredibili o colui che riesce a giocare meglio di qualunque altro un determinato tipo di campione, il vero fuoriclasse è colui in grado di adattarsi alle necessità del proprio team, con umiltà ed efficacia, producendo sempre ottime prestazioni qualunque ruolo gli sia affidato.
Ottimi player come Froggen, Febiven, Doublelift, Pawn hanno spesso fallito in alcuni dei rispettivi team, le ragioni sono diverse tra loro, per i primi due si può parlare di inabilità nell’ adattarsi al ruolo di play-maker, ruolo che team come Elements, H2K attuali e Fnatic di Gamsu, Spirit, Rekkles, Noxiak/Klaj/Yellowstar necessitavano come il pane. Mentre per Doublelift e Pawn il problema è stato spesso opposto, il primo in bot lane con Yellowstar nei TSM, non ha saputo far coesistere la sua visione del gioco con quella del proprio compagno di lane, oltre a far registrare performance discutibili ogni talvolta in cui non fosse in vantaggio sull’ avversario. Pawn invece non sembra mai essersi trovato a suo agio nel ruolo di carry secondario, subendo sia negli EDG che attualmente nei Kt la presenza di Deft.
Molto spesso però le responsabilità non sono solo dei singoli player, quando si forma un team pieno di nomi importanti, anche lo staff dovrà essere all’ altezza. In primis perchè è importantissimo comprendere bene come far coesistere nel modo migliore possibile i player a disposizione, in secondo luogo, perchè dovrà essere lo staff a facilitare la transizione da un playstile ad un altro da parte di uno o più player nel momento in cui ce ne sarà bisogno. Servirà mantenere i player motivati, dimostrare che ogni cambiamento e adattamento è effettivamente lo step giusto per raggiungere il successo, così come sarà fondamentale curare anche il lato pratico, dare ai player tutte le informazioni di cui hanno bisogno per imparare a fare, prima di tutto, gli interessi del proprio team.
Per esempio chi di voi si sarebbe aspettato di vedere Huni sui tank in questo split? E soprattutto, chi si sarebbe aspettato di vederlo giocare su altissimi livelli in un ruolo che non aveva mai ricoperto?
Non basta quindi un gruppo di player talentuosi per formare un team di successo, così come non basta la sola volontà di vincere, se non veicolata correttamente da uno staff altrettanto talentuoso e preparato.
Ecco la ricetta ideale per la creazione di qualsiasi team, senza la combinazione di queste tre cose difficilmente una squadra, anche se nettamente migliore di altri in uno di questi aspetti, risulterà di successo.
Ecco anche perchè da così tanti anni un giocatore come Faker è considerato indiscutibilmente il migliore al mondo, non solo per le sue meccaniche, ma anche per l’ incredibile motivazione e umiltà che da sempre lo contraddistinguono. Nell’ arco della sua carriera Faker ha saputo ricoprire i ruoli più disparati e diversi tra loro, dall’ assassin che cerca un uno contro uno in una side lane, al mage in grado di fare la differenza in teamifght, così come un Ad Carry quando la meta li favorivo, fino ad arrivare a supportive champions come Karma e Lulu. Tutti giocati sempre in modo impeccabile. Non si tratta solo di tipologie di champion, ha saputo giocare anche in situazioni opposte tra loro: con jungler aggressivi come Peanut, vincendo 2v2 e traslando il vantaggio nel resto della mappa, con jungler più passivi e adatti al controllo della mappa come Bengi, mettendo pressione o giocando in modo più sicuro in base ai bisogni del proprio team, con la pressione del jungler completamente spostata su altre lane, su Marin o su Bang per esempio, subendo magari 4 men gank di ogni tipo ma, facendo sempre il proprio compito, anche con meno risorse a disposizione. Ha saputo adattarsi ad un numero incredibile di meta diversi, ha saputo adattarsi a optare per un blind pick, lasciando ad altri un winning matchup, in base alle esigenze del proprio team, così come ha saputo fare il suo lavoro anche con tutti i ban avversari utilizzati contro di lui.
Tutti questi adattamenti però, per vincere 3 campionati mondiali, non basta provarli, non basta accettarli “contro voglia”, bisogna essere in grado di metterli in pratica , bisogna essere in grado di giocare quello stile di gioco diverso dal solito, quel matchup difficile o quel campione poco apprezzato al 100%, in quanto non si compete contro team qualunque, si compete contro i migliori team al mondo e, anche la più piccola imperfezione, per quanto giustificata dal sacrificio o dal fatto che non si è abituati a quella situazione diversa dal solito, può significare una sconfitta.
Come dicevo prima però, non bastano player di talento e motivati per creare un team di successo, sorge quindi un dubbio: Faker o Bengi per esempio, avrebbero avuto lo stesso successo in un’ organizzazione diversa dagli SKT?
Beh per quanto riguarda il jungler ex SKT, forse una risposta abbastanza plausibile c’ è. Dopo esseri laureato per la terza volta campione del mondo, ha deciso di lasciare i propri compagni e unirsi ai Vici Gaming di una sua vecchia conoscenza: EasyHoon. Per quanto le promesse per fare bene ci fossero tutte, ha concluso lo scorso split con una relegazione dall’ LPL, dimostrando quanto fosse importante l’ environment degli SKT per il successo di due player come Bengi e Easyhoon.
Per quanto riguarda Faker è sicuramente più difficile rispondere, quello su cui non c’ è dubbio però. è che l’ organizzazione SK Telecom T1 non abbia il singolo merito di aver ingaggiato degli ottimi giocatori, essendo stata un pilastro fondamentale per la crescita e per la guida dei suddetti player, trasformando completamente giocatori come Huni, Duke, Bang e Blank. Difficile dire quindi se gli stessi roster campioni del mondo avrebbero avuto lo stesso successo con altre organizzazioni, sicuramente però negli SKT abilità, motivazione e leadership convivono ormai da molti anni.